Il sarcoma di Ewing è una rara forma di neoplasia che origina principalmente dall’osso, o meno comunemente dai tessuti molli (sarcoma di Ewing extrascheletrico). È per definizione un tumore ad alto grado di malignità, anche quando si presenta localizzato (non metastatico) alla diagnosi (poco più del 70% dei casi). Colpisce circa 60 nuovi pazienti ogni anno in Italia; l’età più coinvolta è compresa tra i 5 e i 15 anni, diventando meno frequente dopo i 20 anni, e particolarmente raro oltre la terza decade di vita. Questo tipo di neoplasia è caratterizzata dalla presenza di alcune traslocazioni cromosomiche, di cui la più comune è t(11;22)(q24;q12), con il relativo trascritto di fusione EWSR1-FLI1 (presente nell’85% dei casi); la ricerca di queste traslocazioni è utilizzata per confermare la diagnosi di malattia.
Esistono due varianti principali di sarcoma di Ewing:
I sintomi più comuni sono la tumefazione e il dolore a livello della sede di insorgenza della malattia (in particolare nella forma ossea); in alcuni casi la diagnosi viene posta solo in conseguenza alla comparsa di una frattura patologica. Nel sarcoma di Ewing extrascheletrico il sintomo più comune è la comparsa di una massa palpabile con gonfiore e tumefazione visibile. Ulteriori sintomi, a carattere sistemico, sono febbre, malessere generale e stanchezza.
In questa patologia non sono a tutt’oggi noti fattori di rischio certi, familiarità o altre condizioni predisponenti.
La diagnosi di sarcoma di Ewing richiede il campionamento di una porzione di tessuto patologico che si ottiene tramite biopsia; è raccomandato che la diagnosi sia affidata ad un centro che abbia esperienza in sarcomi. Successivamente il paziente viene sottoposto alla stadiazione, ovvero un insieme di esami che prevedono Tomografia Computerizzata (TC), Risonanza Magnetica (RM) e la Tomografia a Emissione di Positroni (PET), che hanno lo scopo di definire le dimensioni della neoformazione, la relazione tra questa e i tessuti sani che la circondano, e l’estensione della malattia in altri organi.
La prognosi del sarcoma di Ewing è fortemente cambiata nel corso degli anni. Attualmente l’approccio al paziente è diventato multidisciplinare, comprendendo diversi specialisti dedicati alla cura dei sarcomi associato all’utilizzo combinato di terapia sistemica (chemioterapia), trattamento chirurgico, ed eventuale trattamento radioterapico.
Radioterapia: il sarcoma di Ewing è un tipo di tumore considerato altamente radiosensibile; questa caratteristica permette di utilizzare la radioterapia sia a livello pre-operatorio, per ridurre ulteriormente la neoformazione, che a livello post-operatorio, per diminuire il più possibile il rischio di recidiva, o come trattamento locale esclusivo nei casi in cui la malattia sia difficilmente aggredibile chirurgicamente; la radioterapia, inoltre ha un ruolo anche in presenza di metastasi.. La scelta dell’impiego della radioterapia e della sua modalità è subordinata ad una valutazione multidisciplinare.
Terminate le cure si eseguono dei controlli periodici (visite mediche, esami radiologici, esami ematochimici e strumentali) al fine di diagnosticare il prima possibile una eventuale ripresa della malattia, monitorare possibili effetti tossici anche tardivi dei trattamenti effettuati e controllare l’evoluzione delle ricostruzioni di tipo chirurgico, se eseguite. I controlli sono più frequenti subito dopo il termine del trattamento e si vanno via via diradando, coprendo un arco di tempo di almeno 10 anni dopo il termine delle cure.
Data la rarità di questa patologia e la complessità del programma di cure, è bene che il trattamento sia sempre eseguito presso un centro di riferimento per la cura dei sarcomi. Nei centri di riferimento possono essere proposti anche trattamenti all’interno di protocolli di studio clinico, sia al momento della diagnosi, che alla ricaduta di malattia o in caso di progressione, nonostante le cure già in corso. Gli studi clinici valutano diversi tipi di approccio alla cura di questa malattia, tra cui, ma non solo, l’utilizzo di nuovi farmaci o nuove schedule di terapia. La partecipazione all’interno di uno studio clinico è sempre su base volontaria, il team medico valuterà l’opportunità di proporre uno studio clinico e darà tutte le informazioni necessarie.